In difesa dei diritti umani e a supporto della popolazione civile nella Striscia di Gaza

In quanto Ordine professionale impegnato quotidianamente nella promozione della dignità, dei diritti umani e della giustizia sociale, osserviamo con crescente allarme il deteriorarsi della situazione nella Striscia di Gaza, dove il protrarsi delle ostilità sta causando un’emergenza umanitaria di proporzioni drammatiche.

Le condizioni in cui versa la popolazione civile – composta in larga parte da bambini, donne, persone anziane e in condizioni di vulnerabilità – non possono lasciare indifferenti coloro che, come Noi assistenti sociali, hanno nel proprio mandato la tutela delle persone più fragili.

Come rappresentanti dell’Ordine degli Assistenti Sociali Veneto, sentiamo il dovere, prima ancora che la responsabilità istituzionale, di esprimere una posizione chiara e coerente con i valori fondanti della nostra professione. Non si tratta di un’opinione ideologica o schierata, ma di riaffermare con fermezza il valore universale di diritti fondamentali quali la vita, la protezione, la salute, l’istruzione e la libertà. Significa distinguere, con chiarezza, tra i soggetti direttamente coinvolti nel conflitto armato e una popolazione civile che ne subisce le conseguenze più gravi, senza alcuna possibilità di scelta o difesa.

La nostra professione si fonda sul contrasto a ogni forma di violenza, discriminazione e sopraffazione. Come stabilito nel Codice Deontologico, l’assistente sociale riconosce ogni persona come titolare di diritti inalienabili che devono essere protetti e promossi (art. 1), e orienta la propria azione a favore della giustizia sociale, anche nei contesti globali (art. 5), contribuendo alla costruzione di una cultura dei diritti e della pace (art. 9). L’impegno quotidiano di ciascun professionista è rivolto a garantire protezione e accesso alle risorse, affinché nessuna condizione di fragilità si traduca in esclusione, abbandono o violazione della dignità.

Oggi, di fronte a quanto accade nella Striscia di Gaza, ci troviamo di fronte a una violazione sistematica del diritto internazionale, in particolare delle Convenzioni di Ginevra, e delle norme internazionali in materia di diritti umani, come la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Il blocco degli aiuti umanitari, la distruzione di ospedali, scuole, infrastrutture civili e l’impedimento all’ingresso di operatori sanitari e umanitari, sono atti che la nostra comunità professionale ha la responsabilità di denunciare.

In coerenza con i principi stabiliti dalla Dichiarazione Etica Globale del Servizio Sociale, redatta dalla IFSW (International Federation of Social Workers) e dalla IASSW (International Association of Schools of Social Work), riteniamo fondamentale ribadire che promuovere la pace, la coesione sociale e il rispetto dei diritti umani è un dovere etico e professionale per tutti coloro che esercitano la professione di assistente sociale, in ogni parte del mondo.

Per questo riteniamo urgente richiamare le istituzioni nazionali, europee e internazionali alle proprie responsabilità, chiedendo con chiarezza un cessate il fuoco immediato, il rispetto del diritto internazionale umanitario, il ripristino dei corridoi umanitari e il riconoscimento della funzione imprescindibile delle organizzazioni internazionali preposte alla protezione dei diritti umani.

Esprimiamo piena solidarietà alle operatrici e agli operatori sociali, sanitari e umanitari che, spesso a rischio della propria vita, continuano a prestare assistenza nei territori colpiti.

Come Ordine, riteniamo che l’advocacy a tutela dei diritti umani e della popolazione civile sia oggi un’espressione necessaria della nostra responsabilità etica. Restare in silenzio significherebbe venire meno al mandato che ci impegna, ogni giorno, a stare dalla parte di chi è vulnerabile, escluso o oppresso.

 

Il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociale del Veneto