Il Veneto che cura: il confronto fra i candidati Stefani e Manildo in vista delle elezioni regionali
Un confronto dai toni pacati, che ha visto come protagonisti i due candidati alla Presidenza della Regione Veneto Alberto Stefani e Giovanni Manildo: giovedì 13 novembre l’Auditorium Pontello del complesso OIC di via Toblino a Padova ha ospitato il dibattito “Il Veneto che cura: modelli, risorse, prevenzione e prospettive” promosso dal neo-costituito coordinamento padovano che vede insieme undici ordini professionali del mondo socio-sanitario.
Il dialogo ha preso le mosse dal tema dell’invecchiamento demografico e della non autosufficienza: se attualmente si stima la presenza di oltre 250mila anziani non autosufficienti in Veneto, il fenomeno è destinato a crescere.
Su questo tema il candidato di centrosinistra Manildo ha ribadito l’intenzione di costituire un assessorato alla Partecipazione, ha evidenziato la necessità di partire da una mappatura delle fragilità per poi dare una risposta integrata e condivisa, stringendo un patto di coesione con le strutture del Terzo Settore. Sul tema degli anziani soli, il candidato ha ricordato l’impegno a investire nel co-housing, costituendo almeno 100 strutture dedicate.
Da parte sua Stefani ha ribadito l’intenzione di istituire un assessorato specifico dedicato al Sociale, distinto da quello della Sanità, ha citato come modelli le esperienze di villaggi inclusivi sviluppati in altri paesi UE e ha evidenziato la centralità dell’assistenza domiciliare come luogo privilegiato di cura, da potenziare anche attraverso l’investimento nella telemedicina.
Il dibattito ha poi toccato molti altri aspetti legati alla sfera sanitaria, dalla medicina di prossimità alla prevenzione fino al nodo della carenza di personale.
A questo link è possibile visualizzare la registrazione del dibattito
In occasione dell’incontro è stato consegnato ai candidati un documento che contiene le istanze raccolte da tutti gli Ordini professionali.
Le proposte elaborate dall’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto (in allegato versione integrale) prendono le mosse dalla riforma degli ATS – Ambiti territoriali sociali, ponendo l’attenzione su due temi cardine, ovvero la salvaguardia delle funzioni socio-assistenziali all’interno di un contesto pubblico e la salvaguardia del “Modello Veneto” basato sull’integrazione socio-sanitaria che consente di dare risposta a bisogni complessi che spesso interpellano entrambe le sfere.
Un altro nodo affrontato riguarda l’integrazione – in continuità con molte esperienze già attivate con le progettualità collegate ai fondi PNRR – tra i professionisti che operano in sanità e nei servizi sociali territoriali (ATS), un nodo che assume una rilevanza strategica a
garanzia della continuità assistenziale, evitando la frammentazione di interventi tra territorio, distretto e ospedale.
“In questa fase storica di importante cambiamento – è la conclusione del documento -, l’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto, con il suo patrimonio di competenze tecnico professionali, si pone come interlocutore attivo nei confronti della Regione e delle istituzioni coinvolte nella definizione di politiche sociali efficaci, inclusive e realmente rispondenti alle esigenze dei cittadini”.
Da parte di entrambi i candidati è arrivato l’impegno a un maggior coinvolgimento degli Ordini professionali nella scelte strategiche e di programmazione della Regione.