Padova, 12 luglio 2018 – “Dare risposte ai bisogni degli anziani soli riducendo i costi e favorendone il coinvolgimento per migliorare la loro qualità di vita si può e l’esperienza di quattro città del Veneto – Padova, Verona, Venezia, San Donà di Piave – lo dimostra. Ma serve scommettere sul lavoro degli assistenti sociali e sulla loro capacità di costruire reti di comunità con la cittadinanza, il privato sociale, le agenzie del territorio”.

È questo il messaggio lanciato, giovedì 12 luglio 2018, a Padova, dalla Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto Mirella Zambello nel corso della conferenza stampa presso la sede dell’Ordine, in cui ha presentato dati e buone prassi delle prime tre città del Veneto per popolazione e di una delle maggiori tra le città non capoluogo di provincia, San Donà di Piave, che ha maturato un’esperienza significativa in questo senso.

I dati

La lettura della situazione non può prescindere dall’indagine presentata a fine aprile dallo SPI Cgil Veneto. Secondo tali dati, a fronte di una popolazione anagrafica residente in Veneto al 31 dicembre 2017 pari 4.903.722 persone, gli over 65 sono 1.096.000, un po’ meno di un quarto del totale (22,3%, in Italia il 21% circa), di cui ben 421.694 sono anziani soli (un terzo uomini, due terzi donne), il 38,5% del totale della popolazione anziana residente. Un quadro impegnativo per il servizio sociale di molti comuni del Veneto, a partire dai centri maggiori come Padova, Venezia e Verona in cui la popolazione anziana over 65 supera il 25%, a volte anche di molto, e non può spesso fare affidamento sulla prossimità e l’incidenza delle reti di relazione che restano, quando funzionano, importantissime nei centri più piccoli.

Tuttavia il dato che emerge dall’indagine del sindacato dice molto ma non tutto. Gli assistenti sociali attivi nei servizi agli adulti in condizioni di fragilità sottolineano, infatti, che le situazioni vanno valutate caso per caso: vi sono infatti molti anziani soli che possono contare sull’appoggio di figli, nipoti o parenti, così come vi sono anziani che vivono in coppia o anche con figli ma che versano in condizioni di disagio per condizioni personali e dei figli stessi.

Determinante è dunque la capillarità del servizio sociale nella sua capacità di rilevare i bisogni in modo strutturale e continuo.

Secondo i dati forniti dai servizi sociali delle prime tre città del Veneto per popolazione, a Verona, ad esempio, al 31 dicembre 2017, gli over 65 risultavano essere 65.283, poco più di un quarto della popolazione totale (257.275 residenti). Nel corso del 2017 gli assistenti sociali hanno preso in carico 3126 anziani o famiglie di anziani, di cui 942 con un periodo di presa in carico superiore ai sei anni. A questi vanno aggiunti, molti degli utenti dei tanti servizi e progetti messi in campo sia per la promozione dell’aggregazione e della terza età, per la domiciliarità e per la residenzialità (Integrazione rette, Casa Famiglia per anziani.

A Padova, l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune ha di recente avviato un censimento degli over 74 con l’obiettivo di mappare la situazione e rilevare bisogni inespressi: a giugno 2018 il numero di anziani soli – pari a 5780 – supera di gran lunga quello degli anziani in coppia, oggi 3705. Sono in totale 1054 gli anziani attualmente in carico ai Servizi Sociali del Comune.

A Venezia, infine, la popolazione over 65 si attesta a quota 70.869, il 27,1% dei 261.321 residenti tra centro, isole e terraferma al 31.12.2018. Il 35,1% delle persone over 65 vive da solo/a: sono complessivamente 24.853, di cui 9.567 in centro storico e isole (qui la percentuale sul totale sfiora il 39%) e 15.286 in terraferma. Gli anziani sono destinatari di un sistema di servizi integrato che vede il Comune di Venezia collaborare con altri soggetti pubblici e privati: Regione Veneto, AULSS, Centri Servizi, Cooperative Sociali, Ipab, Aziende private, Associazioni di volontariato e soggetti accreditati che erogano servizi domiciliari. Non si hanno dati complessivi rispetto alle prese in carico, ma il solo servizio di Assistenza Tutelare ha assistito, nel 2017, ben 1200 anziani.

Le buone pratiche

Le tre principali amministrazioni comunali del Veneto, così come San Donà di Piave e tanti altri comuni in Regione, hanno attivato, negli ultimi anni, progetti che l’Ordine degli Assistenti Sociali ritiene meritevoli di una particolare attenzione, perché, ha spiegato la Presidente dell’Ordine veneto Mirella Zambello, “dimostrano che si può costruire un welfare migliore puntando sulla collaborazione e sulle reti sociali, a patto che sia valorizzato il ruolo degli assistenti sociali impegnati a valorizzare le risorse della comunità, anche in termini di volontariato e di cittadinanza attiva”. “Valorizzare le capacità delle persone – aggiunge Zambello – ed in particolare degli stessi anziani ancora attivi, permette di impostare servizi integrati, sociali ed assistenziali, con il valore relazionale aggiunto dell’apporto del volontariato, rigenerando le risorse delle stesse comunità, potenziando così contesti sociali più capaci di attivare risposte e creando un clima di maggior solidarietà. Non solo: risposte di questo tipo hanno costi nettamente inferiori rispetto a soluzioni che prevedono la residenzialità”.

Verona

A Verona un progetto di particolare rilievo, attivato sul territorio Centro Sociale Territoriale 5 (competente per le circoscrizioni 6, 7 e 8), è Comfort-Abile, dedicato ad anziani (over 65) soli, che sono destinatari del Servizio di Assistenza Domiciliare e necessitano di un regolare esercizio motorio per il proprio benessere pisco-fisico più altri cittadini individuati dal Centro con bisogni assimilati. In pratica il progetto, che ha chiuso a giugno la sua terza edizione, prevede una serie di incontri presso il Centro Tommasoli in cui gli anziani sono guidati a compiere da una serie di esercizi (individuali e di coppia) che si possono compiere restando in posizione seduta. Una esperienza che ha dato ottimi risultati e potrebbe presto essere estesa ad altri Centri Sociali Territoriali. Il progetto ha infatti valorizzato il migliore sfruttamento di risorse già esistenti e ha creato una rete e un buon coordinamento tra soggetti e realtà diverse: l’associazione “Gruppo Promozionale Quartiere Trieste” che ha curato il trasporto e i rapporti con la Circoscrizione, la Cooperativa che gestisce il Servizio Domiciliare e i suoi operatori, le persone inserite all’interno del Progetto Rei e coinvolte a supporto dell’iniziativa, gli anziani del quartiere che hanno partecipato e che non erano in carico al Servizio Domiciliare, i ragazzi impegnati nel Servizio Civile e gli studenti del Corso di Laurea di Servizio Sociale.

L’esperienza ha ora un ulteriore seguito in un’altra iniziativa similare avviata cogliendo l’opportunità offerta dall’apertura di un’area dedicata agli anziani per la coltivazione degli orti. Il progetto “Un orto in compagnia – Comfort-Abile 2” è in fase iniziale, ma la finalità e l’organizzazione rimane la stessa: permettere ad un piccolo gruppo di anziani di impegnarsi con piacere e in prima persona in un’attività fisica e nel contempo allacciare nuove relazioni.

Venezia

Nel capoluogo veneto tra i servizi a maggiore tasso di innovazione sociale spicca il progetto “Anziani fragili e cittadini solidali”. Avviato nell’anno 2016, punta sul principio di sussidiarietà orizzontale, riconoscendo la comunità come portatrice di bisogni, ma anche di risorse e di capacità per rispondere almeno in parte a questi bisogni: sostiene quindi gli anziani, soli e/o fragili, a rischio di isolamento sociale, costruendo interventi di welfare leggero con il coinvolgimento della comunità locale (organizzata e non).

Si tratta di una sperimentazione, avviata nel territorio definito “quadrilatero” tra via Cappuccina, corso del Popolo, piazza XXVII ottobre e cavalcavia Vempa e vede tra gli operatori coinvolti educatori professionali e assistenti sociali del Comune di Venezia.

Tutti i soggetti coinvolti nel progetto, operatori, associazioni, singoli cittadini, partecipano una volta al mese a un incontro chiamato “tavolo cittadino” che rappresenta lo spazio di confronto da cui prende avvio la progettazione condivisa.

Dal progetto derivano diverse iniziative di prossimità e solidarietà sociale, alcune delle quali hanno dato maggiori frutti in termini di partecipazione e continuità:

  • Progetto Uncinetto Creativo: organizzato in collaborazione con l’associazione Tempo Intrecciato, si tratta di un’attività di uncinetto e socializzazione che mira, attraverso la collaborazione delle reti di vicinato, ad agganciare e coinvolgere le persone fragili;
  • “Menù” delle offerte nel territorio: attraverso un percorso di confronto tra i partecipanti al tavolo, che ha portato ad evidenziare le diverse risorse che il territorio offre e a metterle in comune, si è costruito uno strumento cartaceo che le riassume.

Specifico per i mesi estivi è poi il “Progetto estate a palazzo”: proposto dalla Associazione Red Carpet for All di Venezia svolto in collaborazione con il servizio anziani e l’Istituzione veneziana ha visto quest’anno la terza edizione. Il progetto che vede la collaborazione dei Musei Civici Veneziani, ma anche di altre istituzioni culturali presenti nella città, è rivolto alle persone anziane con più di 75 anni e si colloca nell’area dell’inclusione sociale di soggetti ad altissimo rischio di esclusione e marginalità. Offre occasioni di socializzazione a persone, che per le caratteristiche di fragilità difficilmente ne incontrerebbero, soprattutto nella città di Venezia. Il progetto contempla infatti la costituzione di gruppi di grandi anziani che si ritrovano soprattutto nel periodo estivo in ambiti museali/culturali per vivere attività di socializzazione attraverso conversazioni guidate da una psicologa e storica dell’arte circa le opere che osservano. Per l’anno 2018 sono previsti 25 incontri. Gli anziani che partecipano alla iniziativa sono circa 300.

Padova

Fra i molti progetti che il Comune dedica alla terza età, il nuovo servizio Informanziani: attivato a partire dal 1 giugno, introduce numerose novità, dalla presenza della figura di un’assistente sociale allo sportello, al potenziamento del lavoro di rete con le realtà del Terzo settore che si occupano di anziani fino all’attivazione di proposte che puntano sull’incontro fra generazioni. Quest’anno dopo un lungo stop è stato riattivato il tavolo territoriale che mette in connessione tutte le realtà che si occupano di terza età per “progettare” in modo nuovo i servizi. Di recente inoltre il Comune ha aumentato di circa un milione di euro lo stanziamento già previsto da qui al 2020 per il servizio di assistenza domiciliare e l’assistenza domiciliare ambientale. E proprio a Padova, da una realtà del Terzo Settore, l’associazione Anziani a Casa Propria, è nato molti anni fa un sogno oggi diventato realtà: con una delibera di giunta approvata lo scorso autunno (Dgr 1487/17) la Regione Veneto ha autorizzato la sperimentazione dell’affido a favore degli anziani. Una modalità che favorisce il coinvolgimento attivo dell’anziano e riduce i costi sociosanitari, dal momento che un affido di supporto o in convivenza costa meno della metà di una normale retta di una casa di risposo. Anziani a Casa Propria è capofila di un progetto che coinvolge dieci partner. Trenta gli affidi attualmente attivi nelle diverse modalità: piccolo affido, affido di supporto, affido in convivenza o affido in convivenza temporanea, in base alle esigenze dell’anziano. L’equipe multidisciplinare dell’associazione affianca affidati e affidatari con un percorso formativo e monitora l’andamento dell’affido: dopo una sperimentazione anziano e affidatari firmano l’accordo di affido.

San Donà di Piave

Nel 2017 il servizio sociale comunale della città del Basso Piave ha attivato il progetto sperimentale “Operatore di comunità”. A partire dal mese di settembre 2017 alcuni operatori del Comune di San Donà di Piave, hanno iniziato ad intervistare le persone ultra 75enni, per raccogliere una serie di informazioni circa le condizioni di vita e i loro bisogni e rendere visibili i servizi territoriali per loro di utilità. Contestualmente il Comune ha avviato uno “sportello di prossimità e osservatorio sociale”, sito in un alloggio comunale di un condominio abitato da inquilini in condizioni di fragilità in un quartiere della città con una forte componente di persone anziane. Un operatore è reperibile per fornire informazioni, dare orientamento e rispondere alle diverse richieste.

Nel complesso è stata rilevata una presenza di reti familiari e una “cultura del prendersi cura” ancora molto forte, anche se spesso figli e nipoti devono fare i conti con problemi di conciliazione dei tempi casa-lavoro. I bisogni più sentiti sono risultati la pulizia della casa, il trasporto e il disbrigo di pratiche burocratiche. La rilevazione attraverso i questionari (191 le survey somministrate) e la presenza degli operatori di comunità ha permesso di portare alla luce due situazioni di emergenza non note ai servizi sociali, ma ha anche facilitato l’attivazione di reti, con alcune coppie di anziani autosufficienti che si sono rese disponibili per aiutare anziani in situazione di disagio.

 

Per informazioni
Ufficio Stampa Ordine Assistenti Sociali del Veneto
Paolo Piacenza 335.5397304
Roberta Voltan 338.8670108

 

TV7, 12.07.2018 – LE BUONE PRATICHE SOCIALI PER GLI ANZIANI DI PADOVA

Telenordest

TG (giovedì 12 luglio 2018) – Sono1074 anziani seguiti dai servizi sociali. Un vero e proprio esercito che con il passare degli anni deve fare i conti con esigenze crescenti e difficilmente programmabili. Spesso le difficoltà non sono solo legate all’avanzare degli anni ma anche ai nuclei monofamiliari. A crescere infatti non è solo il numero degli anziani ma anche quello degli anziani che vivono soli. Condizioni nelle quali agli acciacchi fisici è possibile si aggiungano anche apatia e noia.Temi dei quali le politiche, anche locali devono sempre più spesso tenere conto per limitari i rischi connessi alle patologie ma anche per far quadrare i bilanci pubblici. E proprio sul fronte economico a venire in soccorso sono gli stessi anziani che entrano nella rete del volontariato.
Insomma per tenersi giovani e aiutare la comunità l’unica via è quella di rimboccarsi le maniche e di darsi da fare. Le statistiche lo dicono chiaramente. L’aumento degli anziani soli nei prossimi anni è destinato ad aumentare.

Telenuovo

Quasi 6 mila anziani soli è emergenza in estate