Piano rafforza il servizio sociale e le azioni integrate con il privato sociale
01 AGO – “Un bel passo in avanti”. L’Ordine degli Assistenti Sociali dà una valutazione positiva del nuovo Piano Regionale di Contrasto alla Povertà 2018-2020, che accoglie diverse richieste sollevate dai professionisti del servizio sociale del Veneto. “Una prima analisi del documento – spiega Mirella Zambello, Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto – ci fa essere, stavolta, sinceramente soddisfatti: il testo pone finalmente la giusta attenzione al nodo della copertura dei servizi, in particolare individuando la necessità di passare dall’attuale rapporto di un assistente sociale ogni 7200 abitanti a un rapporto, più equilibrato, di un professionista ogni 5000 abitanti. Un risultato importante soprattutto per i cittadini: se l’obiettivo verrà raggiunto il servizio sociale sarà infatti più efficiente e vicino alle persone che hanno più bisogno”.
Tra i punti apprezzati del nuovo Piano c’è l’obiettivo di “superamento dell’assistenzialismo”, come pure l’implementazione dell’integrazione professionale nelle azioni sociali, dando priorità agli interventi di inclusione attiva.
“Positiva pure la scelta di potenziare i Punti di accesso per il Reddito di Inclusione (REI) e la formazione integrata con i Centro per impiego – prosegue Zambello – così come il rafforzamento della specifica formazione per ambito (minori, salute, lavoro, formazione), la condivisione di strumenti e Linee Guida, nonché una utile formazione sulle politiche sociali rivolta agli amministratori”.
Altre indicazioni considerate positive dai professionisti che operano tutti i giorni “sul campo” sono la previsione di uno schema di protocollo per gli ambiti, da condividere e da attivare entro il primo anno, il consolidamento degli approcci integrati nella presa in carico (attivazione della responsabilità sociale, co-progettazione), l’avvio di equipe multidimensionali composte da assistenti sociali e operatori competenti in materia di servizi per l’impiego, la collaborazione con gli altri operatori dei servizi (indicati in maniera specifica) in base al progetto (sul modello dell’UVMD – Unità di valutazione multidimensionale). Un metodo di lavoro che va nella direzione di rispondere alle situazioni di bisogno favorendo le condizioni di autonomia, attraverso inserimenti sociali e lavorativi.
“L’Ordine farà parte della commissione tecnica per l’attuazione del Piano: sarà così possibile seguire il processo e verificare le assunzioni nei territori, in base all’obiettivo indicato dal Ministero”, spiega ancora l’Ordine. “Un passo importante per realizzare la funzione di raccordo affidata alla Regione per organizzare e monitorare l’attuazione del Piano Nazionale di Contrasto alla Povertà, per l’attivazione della rete dei servizi e delle opportunità a livello di comunità locali, in base ad un’organizzazione di ambito, che quindi raggruppi più comuni, prevalentemente coincidenti con le ex aziende AULSS”.
L’Ordine degli Assistenti Sociali ribadisce, in questa prospettiva, “la sua piena disponibilità a collaborare per il potenziamento dei servizi rivolti ai cittadini, in particolare per quelli più fragili”.
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