IL WELFARE NEL VERONESE: PRIMI DATI SUL REDDITO DI INCLUSIONE E PROGETTI INNNOVATIVI DI INTERVENTO SOCIALE SUL TERRITORIO
IN VENETO TORNA IL WORLD SOCIAL WORK DAY CON IL CONVEGNO
“RETI SOCIALI PER LA PROMOZIONE DELLA COMUNITA’ E DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE”

L’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto fa il punto su come cambia la professione e il welfare.

Verona 20 marzo 2018 – Nell’area della città di Verona e nell’Est veronese (area d’ambito della ex Ulss 20), al 31 gennaio 2018, sono state 340 le domande di accesso al Reddito di Inclusione: di queste, 61 sono state approvate dall’Inps e sono già attive, 90 sono state respinte, 127 sono in attesa di esito o sospese, mentre le restanti non sono ancora state inviate all’Istituto nazionale di Previdenza sociale che ha il compito di gestire l’erogazione del sostegno ai cittadini in condizione di povertà che ne fanno richiesta.

Queste prime parziali cifre sulla nuova misura di contrasto alla povertà che si sta sperimentando in tutta Italia dallo scorso dicembre, sono state comunicate alla stampa a margine della celebrazione in Veneto del World Social Work Day o Giornata mondiale del Servizio sociale che festeggia e racconta, ogni anno, il servizio sociale in tutto il mondo. Il WSWD 2018 in Veneto è stato celebrato a Verona, città che aveva già ospitato l’edizione 2015 e che quest’anno ha visto, presso l’Aula Magna Paolo Zanotto dell’Università veronese, il convegno Reti sociali per la promozione della comunità e dello sviluppo sostenibile, organizzato dall’Ordine degli assistenti sociali del Veneto in collaborazione con le Università di Padova, Verona e Venezia Ca’ Foscari. Al convegno hanno partecipato 690 assistenti sociali e circa 200 studenti dei corsi di laurea in Servizio sociale.

Il convegno ha preso avvio dalle sfide al centro dell’Agenda Globale per il servizio sociale: peso crescente del fenomeno migratorio, aumento delle diseguaglianze e delle povertà, erosione delle interazioni personali e dei legami di comunità, effetti sociali dei cambiamenti climatici legati all’inquinamento, riduzione drastica delle risorse per il welfare. Da qui l’indirizzo scelto dagli assistenti sociali che punta alla “promozione della comunità e dello sviluppo sostenibile” e il ruolo che, anche in Veneto, gli assistenti sociali intendono assumere, come ha sottolineato la presidente dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto Mirella Zambello: “L’Ordine del Veneto vuole inserirsi e fare la propria parte : è importante fare alleanze, non solo con le istituzioni ma anche con le associazioni e il privato sociale, per sciogliere i nodi che abbiamo davanti”.

Durante la mattinata sono state presentate alcune esperienze innovative, capaci di “disegnare” un modello di welfare che mette al centro le reti di comunità rispetto alle quali l’assistente sociale è chiamato a riscoprire sempre più il proprio ruolo di “facilitatore” di cambiamento: un assistente sociale che esce dall’ufficio e incontra il territorio per promuovere lo sviluppo delle comunità locali.

Il Comune di Verona sta portando avanti un progetto innovativo di accompagnamento abitativo delle persone senza dimora. Nel 2016 (ultimi dati disponibili), oltre alle 636 persone accolte nei dormitori del territorio del Comune di Verona, 139 persone sono state inserite nelle strutture di seconda accoglienza: si tratta di una sperimentazione di ospitalità diffusa in 20 appartamenti, che entro il 2018, grazie a un finanziamento regionale nell’ambito del progetto DOM, si tradurrà in un progetto per tutto il territorio comunale. Le persone senza dimora vengono “prese in carico” da un operatore cui si affianca la figura del facilitatore di rete, chiamato a “mappare” le risorse del territorio di riferimento per mettere a sistema le diverse risposte (Ulss, centri per l’impiego, privato sociale…) e favorire la nascita di sinergie, lavorando al tempo stesso per riattivare dove possibile le reti familiari e amicali della persona. L’inserimento abitativo è accompagnato da un affiancamento costante e da un lavoro di integrazione nel contesto territoriale, a partire dal condominio in cui la persona è inserita.

Significativa anche l’esperienza del Comune di San Donà del Piave, nel veneziano, che ha messo in rete servizi sociali del Comune, la casa di riposo e l’Ulss per “ridisegnare” insieme i servizi assistenziali dedicati agli anziani: se prima i servizi raggiungevano solo un’ottantina di persone, oggi sono quasi mille.

L’appuntamento veronese è stata anche l’occasione per l’annuncio alla stampa del percorso a tappe, attraverso le province del Veneto, intitolato “Come va il welfare”: una iniziativa con cui l’Ordine degli assistenti sociali intende raccontare all’opinione pubblica emergenze, problemi, priorità ma anche buone pratiche ed esperienze di innovazione sociale nell’azione sociale di sostegno ai cittadini.

Nei prossimi mesi il Consiglio regionale dell’Ordine veneto promuoverà il primo degli incontri che permetteranno di fare il punto, territorio per territorio, su nodi come il Reddito di Inclusione e la sua applicazione, la scarsità di risorse per la copertura dei servizi territoriali per minori, disabili o anziani, il ruolo degli enti locali nella gestione dei servizi, ma anche le innovazioni nate “dal basso” grazie alla collaborazione con il privato sociale, l’associazionismo, o le comunità locali.

Scarica il PDF del comunicato w.s.w.d 20 marzo 2018

 

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