Padova, 17 dicembre 2018 – L’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto per voce della sua Presidente, Mirella Zambello, replica a quanto dichiarato dal Consigliere Regionale Stefano Valdegamberi e riportato in diversi articoli (da VeronaSera.it nell’articolo pubblicato alle 18.27 del 14 dicembre intitolato Bimbo di 3 anni tolto alla famiglia affidataria e dato in adozione: «Insensato, non è un pacco», come pure da L’Arena di Verona nell’articolo pubblicato sul quotidiano il 15 dicembre intitolato «Vittima di una scelta irresponsabile»).

“Abbiamo letto – dichiara Zambello – le affermazioni del consigliere Stefano Valdegamberi, secondo cui, ‘nel giorno di Santa Lucia, un bimbo viene strappato dalla famiglia e mandato in un istituto per l’adozione per un errata valutazione di un assistente sociale’. Spiace constatare che proprio da parte chi ha avuto la responsabilità di amministrare le rete regionale dei Servizi Sociali del Veneto siano state fatte dichiarazioni senza le opportune verifiche e sicuramente poco prudenti. Si tratta di affermazioni a nostro avviso discutibili, per di più che sono state riportate, come succede troppo spesso, senza contraddittorio”.

“Al di là di ogni valutazione sul caso di specie, che ci tocca e ci commuove ma su cui è dovuto dagli assistenti sociali coinvolti come dallo stesso Ordine un comprensibile riserbo a tutela delle persone – prosegue Zambello – è utile ribadire che gli assistenti sociali, nell’esercizio delle loro funzioni, hanno certamente il compito di fornire al Tribunale le informazioni richieste e di fare valutazioni e proposte, il più delle volte condivise da un equipe multi-professionale, ma è compito del Tribunale analizzare le informazioni ricevute (generalmente da più fonti) e prendere decisioni in una camera di consiglio composta da quattro giudici. Le decisioni possono corrispondere ai pareri forniti dai professionisti o meno: in questo come in altri casi, è doveroso il rispetto della libera determinazione della decisione da parte della magistratura, senza però trarre conclusioni affrettate su quale sia stata il contenuto del parere fornito dai Servizi Sociali. E sicuramente non è accettabile, anzi è offensivo e lesivo della professione, sostenere che gli assistenti sociali valutino ‘sulla base del libero arbitrio degli umori’”.

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È necessario un cambio di passo, ribadisce Zambello: “Non è possibile che si spari sempre a zero nei confronti di una professione delicata come quella degli assistenti sociali, quotidianamente impegnati con competenza e dedizione a sostegno delle situazioni di vulnerabilità”.