Quattro diverse buone prassi al centro delle tesi di Laurea vincitrici della prima edizione del bando dedicato a Barbara Penzo: sabato 2 marzo, in occasione dal primo anniversario dalla sua scomparsa, le premiazioni
Padova, 28 febbraio 2019 – Quattro diverse buone prassi, fra Veneto ed Emilia-Romagna, unite da un tratto comune: scommettere su un modello di Welfare generativo, che metta in rete diversi soggetti del territorio, investendo sulle connessioni tra pubblico e privato sociale. Sono le esperienze al centro delle quattro tesi di laurea risultate vincitrici della prima edizione del bando dedicato a Barbara Penzo, la giovane assistente sociale di Chioggia che ha perso la vita il 1 marzo dell’anno scorso in un tragico incidente lungo la Romea. In occasione dell’anniversario dalla sua morte, sabato 2 marzo presso il Teatro della Parrocchia Buon Pastore a Sottomarina è in programma un convegno organizzato da Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto e Caritas diocesana di Chioggia, che si concluderà proprio con le premiazioni delle tesi vincitrici. L’appuntamento, dedicato all’approfondimento del tema delle Nuove Povertà, inizierà alle ore 10 e sarà preceduto alle 9.30 da una funzione religiosa in memoria dell’assistente sociale. Il convegno è aperto al pubblico.
“Oltre ad essere una professionista che svolgeva con passione il suo lavoro, Barbara svolgeva un servizio volontario nel centro di ascolto vicariale di Chioggia, di cui era coordinatrice”, spiega don Marino Callegari, che lo scorso anno, quando era direttore della Caritas diocesana, ha pensato di dare impulso all’iniziativa del bando. “Era entrata in contatto con Caritas mentre lavorava alla tesi di laurea dedicata alle reti di comunità, e così quando in tanti si sono rivolti a noi chiedendoci come ricordare la bellissima figura di Barbara, abbiamo pensato a questa iniziativa”. Il testimone è stato poi raccolto dall’attuale direttore della Caritas Attilio Gibin e dall’Ordine degli Assistenti sociale del Veneto, che ha deciso di promuovere direttamente il bando.
A ciascuno degli autori delle tesi premiate è andata una borsa di studio del valore di 750 euro: la somma stanziata dal bando è frutto di una raccolta fondi promossa dalla Caritas di Chioggia. “Gli elaborati premiati – spiega Mirella Zambello, Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto – presentano esperienze che, in modo diverso, fotografano il ruolo cui la figura dell’assistente sociale è chiamato oggi, sempre più inserito nei flussi di comunità come agente di cambiamento e produttore di capitale sociale, attivatore di risorse, tessitore e sostenitore di relazioni comunitarie.
LE ESPERIENZE OGGETTO DELLE TESI PREMIATE
Clarissa Marangoni, Laureata in Servizio Sociale all’Università di Padova, è autrice di una tesi di Laurea triennale dedicata a tre esperienze di Welfare generativo che coinvolgono la Caritas diocesana di Chioggia. L’Emporio solidale consente alle persone in situazione di disagio economico di rifornirsi di generi alimentari in un luogo unico attraverso una card, il cui importo è assegnato a seguito di una valutazione effettuata al centro di ascolto: un’esperienza che ha consentito fra l’altro di rispondere al problema dello spreco alimentare, mettendo in rete realtà diverse del territorio – associazioni, supermercati…- impegnate in un servizio di raccolta di generi alimentari. Attualmente le persone che beneficiano del servizio sono circa 650. La Tenda di Sara è invece un progetto di Housing first, che nasce dalla sfida di partire dalla risposta al disagio abitativo come leva di riscatto delle persone in situazione di disagio: all’assegnazione dei 10 monolocali recentemente ristrutturati dalla Caritas a Chioggia si affianca un progetto di reinserimento sociale individualizzato, costruito grazie alla collaborazione fra assistenti sociali del Comune e operatori Caritas. Le persone inserite negli appartamenti ricevono settimanalmente la visita dell’operatore che le accompagna nel loro percorso. Infine il Fondo straordinario di Solidarietà per il Lavoro, attivato con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, prevede l’attivazione di progetti di pubblica utilità, tirocini o corsi di formazione che facilitino il reinserimento socio economico delle persone in situazione di disagio. Il primo step è rappresentato proprio dall’ascolto della persona e dei suoi bisogni nei centri Caritas.
Un’altra esperienza di emporio solidale, avviata in questo caso a Villafranca di Verona, è invece al centro della tesi di Stefania Lovato, laurea magistrale in Servizio sociale e politiche sociali presso l’Università di Verona. Attivato da un tavolo che ha messo in rete cinque comuni del territorio con alcune associazioni, l’Emporio è un progetto gestito grazie alla stretta collaborazione fra assistenti sociali e volontari. Le interviste di Lovato a professionisti del servizio sociale e volontari hanno messo in luce come spesso l’erogazione di generi alimentari sia diventato un “mezzo” e non il fine, perché di fatto il progetto spesso contribuisce a inserire le persone in una rete relazionale che può attivare risorse nuove: 115 i nuclei seguiti dal 2015 ad oggi.
Elena Libralato, che ha conseguito la laurea triennale all’Università di Padova, ha invece approfondito alcune esperienze di cohousing e social housing come risposta al problema del disagio abitativo: a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, un progetto del Comune in collaborazione con la cooperativa Castel Monte ha come destinatarie donne, per lo più madri soli, in situazione di vulnerabilità, coinvolte in esperienze di cohousing. A Padova, nel quartiere Crocifisso, è attivo il progetto Qui Padova, progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana realizzato dalla Cooperativa Città So.la.re e dal Fondo Veneto Casa. Con il progetto si promuove la valorizzazione del quartiere e del contesto residenziale attraverso la creazione di nuovi spazi abitativi, lavorativi e ricreativi, quali risorse per l’intero territorio. Centrale è l’esperienza proposta di social housing “Qui Abito” finalizzato ad offrire risposte abitative a canone concordato e la possibilità di far parte di una comunità collaborativa e solidale. Gli alloggi (84 appartamenti disposti su 4 edifici attorno ad una grande area verde) fanno parte di un contesto abitativo che facilita le relazioni di vicinato attraverso azioni integrate di gestione immobiliare, accompagnamento sociale all’abitare e animazione di comunità. Uno spazio comune di circa 200 metri quadri è a disposizione degli abitanti per attività e servizi collaborativi, culturali, ricreativi.
Infine Ruzza Francesco, laurea magistrale in Lavoro, cittadinanza sociale e interculturalità presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha approfondito l’esperienza della gestione del reddito di inclusione da parte dell’Asp (Azienda di Servizi alla Persona) del Delta Ferrarese, realtà che riunisce sei diversi comuni del territorio (Codigoro, Comacchio, Fiscaglia, Goro, Lagosanto, Mesola), per un bacino di oltre 59mila utenti. L’indagine di Ruzza ha evidenziato come le modalità di applicazione del REI, che prevedono il coinvolgimento di un équipe multidisciplinare chiamata a redigere progetti individualizzati, valorizzino l’approccio generativo.