L’appello della Presidente dell’Ordine Regionale che rappresenta i professionisti del servizio sociale impegnati in Veneto.
Padova, febbraio 2020 – Accanto ai camici bianchi, alle forze dell’ordine, ai volontari della protezione civile, della Croce Verde e della Croce Rossa, in questi giorni sono impegnati sul fronte della gestione dell’emergenza, lontani dai riflettori, anche centinaia di assistenti sociali.
«Sono chiamati a un lavoro preziosissimo e difficile – spiega Mirella Zambello, Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto – e non solo nei territori in cui si registrano i contagi. L’isolamento che coinvolge nel caso di Vo un intero territorio, in altri Comuni singole persone o nuclei familiari, ha portato con sé numerosi problemi: pensiamo ad esempio ai figli che non possono recarsi dai genitori anziani cui prestavano assistenza quotidiana o alle conseguenze psicologiche che alcuni messaggi allarmistici o contraddittori suscitano nei soggetti più fragili, o alle situazioni che si verificano nelle case di riposo, in cui da giorni non sono possibili le visite…Ecco che i nostri colleghi si trovano a svolgere una delicata funzione di “antenne del bisogno” e di “segretariato sociale”, interpretando alcune delle missioni indicate dal nostro codice deontologico che ci chiede di contribuire a una corretta informazione e diffusa sui servizi e al contempo a metterci a disposizione dell’amministrazione o dell’autorità pubblica in caso di gravi emergenze sociali». «In una situazione difficile e inedita come quella che stiamo vivendo – spiega Zambello – oltre alla grande attenzione al problema sanitario e alle sue conseguenze economiche, occorre gestire al meglio anche le emergenze sociali. Gli assistenti sociali sono impegnati a fondo in questa direzione e possono svolgere un ruolo di raccordo importante fra Comuni e istituzioni sanitarie»
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