Minori in struttura? Servono prevenzione e personale

Rovigo – “Per scongiurare soluzioni di extrema ratio come l’inserimento in comunità dei minori è necessario investire in politiche sociali di prevenzione e garantire servizi territoriali che possano accompagnare e sostenere adeguatamente le famiglie”. La presidente del consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto, Mirella Zambello, risponde così alle recenti dichiarazioni dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Rovigo Patrizia Borile in merito alla ricerca delle cause dell’aumento delle situazioni di protezione e cura dei bambini e degli adolescenti.

“Ad oggi – prosegue Zambello – il territorio di Rovigo, dove i Comuni hanno delegato all’Ulss 5 le funzioni di tutela dei minori, è in profonda sofferenza: la carenza di personale non permette di garantire né un efficace accompagnamento delle famiglie nel potenziamento delle funzioni genitoriali e nella riduzione dei fattori di rischio e pregiudizio, né di intervenire nella prevenzione”. Alle carenze di organico registrate nei servizi sociali dei Comuni del territorio si somma la situazione a dir poco critica che si rileva nei consultori familiari dove il numero degli assistenti sociali è inferiore a quanto previsto dalle normative regionali, precisa Zambello. I professionisti in servizio si trovano così “ad operare in una situazione di emergenza, per far fronte alla forte crescita della domanda”.

Quello dell’Ulss 5 non è certo un caso isolato: in Veneto il problema della carenza di personale nei servizi che si occupano di minori e famiglie fragili è generalizzato ed è stato denunciato di recente anche dal “Tavolo un welfare per i minori” regionale, che ha rivolto una serie di richieste all’indirizzo della Regione Veneto, chiedendo maggiori investimenti da destinare ai servizi per i minori.Recenti studi, infatti, avrebbero evidenziato che ogni euro speso in prevenzione ne genera nove in termini di ricavo sociale e benessere prodotto nella società. “È prioritario – conclude la presidente dell’Ordine assistenti sociali del Veneto – far fronte comune per garantire adeguati servizi territoriali: come Ordine siamo disponibili a partecipare ad un tavolo di concertazione locale”.