Padova, 1° giugno 2023 – L’Ordine degli assistenti sociali del Veneto ha scelto di rinnovare l’adesione alle manifestazioni del Pride 2023 organizzate sul territorio regionale. Lo ha stabilito, con un voto all’unanimità, il Consiglio regionale dell’Ordine perché, sottolinea la presidente Mirella Zambello, “questa scelta ribadisce l’attenzione e l’impegno delle professioniste e dei professionisti veneti del servizio sociale alla tutela dei diritti di ogni persona e a ogni famiglia, come ci chiede il codice deontologico della professione”.
L’Ordine veneto considera la attenzione alle persone e alle famiglie lgbtqia+ una sfida importante: “Come professionisti – scrive Mirella Zambello in una lettera alle università venete e ad altri enti e soggetti partner – sentiamo la responsabilità di schierarci per il riconoscimento e l’affermazione di tutti i diritti, al fianco di ogni persona, senza alcun tipo di discriminazione per identità di genere o orientamento sessuale”. E sulla scelta pesano anchequestioni di attualità: “Un altro motivo che ci spinge ad aderire e a partecipare al Pride 2023 – ricorda Zambello – è la situazione dei figli delle famiglie arcobaleno, il cui fondamentale legame affettivo con i genitori è ancora privo di adeguato riconoscimento”.
A novembre 2022 si è chiuso il progetto Feeling (FormazionE opEratori per un approccio coerente alle probLematiche dei mINOri stranieri lGbtqia+), finanziato dal Ministero dell’Interno a cui hanno partecipato anche due consiglieri dell’Ordine e alcuni assistenti sociali del Veneto. Secondo Vittorio Zanon, consigliere dell’Ordine che ha partecipato a Feeling, “orientamento sessuale, espressione e identità di genere non devono essere elementi di penalizzazione per le persone. Anche all’interno dei servizi sociali siamo chiamati a una accoglienza incondizionata di ogni persona, per evitare e prevenire forme di violenza istituzionale”.
Dall’esperienza del progetto Feeling sono emerse alcune indicazioni importanti, a partire dall’urgenza di puntare sulla formazione. “Anche tra i nostri colleghi – spiega Nicoletta Coviello, assistente sociale del comune di Montegrotto Terme che ha partecipato a Feeling – non tutti hanno una formazione specifica che permette loro di riconoscere il fenomeno delle discriminazioni legate all’orientamento o all’identità di genere, che sono ancora diffuse”. I casi di discriminazione e di violenza, soprattutto nei confronti di minorenni, restano spesso nascosti, ma anche i pochi che emergono evidenziano che l’allarme non è ingiustificato. “Sul territorio – rivela Coviello – registriamo situazioni di minorenni italiani che devono essere allontanati per proteggerli dalle loro famiglie dopo il loro coming out”. Situazioni molto delicate e dolorose, a cui si aggiungono quelle proprie di minorenni o neomaggiorenni stranieri fuggiti dal loro paese a causa di violenze per il loro orientamento sessuale: “Nel nostro comune, che ha una amministrazione attenta e sensibile al tema, ci siamo occupati di tre giovani adulti a cui è stato riconosciuto lo status della protezione internazionale: sono fuggiti dal paese di provenienza perché sottoposti a torture e violenze, oltre che a discriminazione da parte delle loro stesse famiglie”. Altro nodo quello delle persone trans, specialmente delle donne trans, che spesso sono vittime di tratta come sex worker e trovano, anche in Veneto, nuove occasioni di discriminazione e difficoltà, persino nell’accesso ai servizi istituzionali per l’impreparazione di alcune amministrazioni ad affrontare i loro casi con delicatezza, sensibilità e rispetto.
Anche per mettere in evidenza queste situazioni le assistenti e gli assistenti sociali del Veneto parteciperanno alle manifestazioni del Pride 2023. È possibile incontrarli e raccogliere le loro voci per testimonianze e racconti di prima mano. In Veneto, si parte a Padova, sabato 3 giugno. Questo l’elenco completo degli appuntamenti:3 giugno a Padova; 10 giugno a Dolo; 17 giugno a Treviso; 24 giugno a Venezia; 8 luglio Verona; 15 luglio Belluno.
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