La Presidente Zambello e il Segretario Diliberti hanno partecipato alle manifestazioni di questa mattina per chiedere il potenziamento della presenza di professionisti del servizio sociale negli Uffici di Esecuzione Penale Esterna di Padova, Venezia e Treviso.

 

Il Consiglio dell’Ordine Assistenti Sociali del Veneto ha aderito ai presidi indetti questa mattiuna, martedì 20 giugno, dai sindacati – CGIL, FP, CISL FP, UILPA e USB – per denunciare le gravi carenze d’organico in cui versano gli Uffici  di Esecuzione Penale Esterna di Padova, Venezia e Treviso.

Il segretario Marco Diliberti ha partecipato alla manifestazione di Treviso, che ha visto l’intervento da remoto della Presidente del Consiglio dell’Ordine Mirella Zambello.

 “Siamo al fianco di sindacati. Si tratta di una situazione – spiega Zambello – che non incide solo sulla condizione di lavoro degli assistenti sociali, costretti a fare i conti con una mole di casi davvero insostenibile, ma ha ricadute inevitabili sull’efficacia e la qualità degli interventi in un ambito delicato e cruciale, perché è comprovato che le misure alternative concorrono a ridurre drasticamente la recidiva”.

Se tutti gli Uepe registrano forti problematiche, la situazione più critica è quella di Padova con 2504 soggetti in carico al 31 maggio 2023 a fronte di 12 assistenti sociali in attività, con 208 soggetti in media in carico a ciascun assistente sociale. Un’emergenza cui si somma la carenza di spazi sufficienti ed adeguati per lo svolgimento del colloquio professionale.

Sul fronte della giustizia, nei mesi scorsi il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto ha contributo al confronto relativo all’attuazione della Riforma Cartabia: le osservazioni elaborate da un gruppo di lavoro tematico sono state inviate al Consiglio Nazionale dell’Ordine e quindi sottoposte al Ministero.

Se la Riforma rafforza ed estende le misure di comunità ed introduce, norma e finanzia la giustizia riparativa in ambito penale che pone attenzione alla vittima – tutti percorsi che limitano la recidiva e aumentano il livello di sicurezza per i cittadini – secondo Zambello è ora necessario supportare questa svolta con la garanzia di adeguate condizioni organizzative negli Uepe e un potenziamento della presenza degli assistenti sociali “il cui contributo è fondamentale e determinante per la costruzione dei percorsi, la loro attuazione ed il loro esito positivo”.