Venezia, 2 ottobre 2024 – A due giorni dal funerale di Giacomo Gobbato, ucciso a Mestre mentre cercava di difendere una donna vittima di aggressione insieme all’amico Sebastiano Bergamaschi, rimasto ferito, il Consiglio dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto esprime il suo dolore e la sua ammirata considerazione: “Vogliamo – dice Mirella Zambello, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto – esprimere innanzitutto il nostro cordoglio per la morte di Giacomo e mostrare la nostra vicinanza alla sua famiglia e a tutta la comunità che gli si è stretta intorno. Quanto accaduto a Giacomo e Sebastiano non deve ripetersi. Al contempo, il loro gesto coraggioso deve impegnarci, tutti, professionisti e cittadini, istituzioni e realtà sociali, a lavorare insieme per una società più giusta, sicura e solidale”.

In giorni che continuano a essere segnati da notizie di cronaca preoccupanti nel territorio di Mestre, l’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto interviene per ricordare la complessità e la profondità di una sfida che richiede l’impegno di tutti: “Come professionisti che ogni giorno lavorano a contatto con realtà urbane complesse, tocchiamo con mano quanto siano urgenti e gravosi temi come l’emarginazione sociale, il conflitto, la violenza. Come ha sottolineato Sebastiano Bergamaschi in una riflessione riportata in un reportage di Internazionale sulla manifestazione di sabato scorso a Mestre, non abbiamo bisogno di invocare soluzioni facili, indicando un capro espiatorio o un nemico da attaccare. Servono invece senso critico e senso di responsabilità per cambiare una situazione complessa. E non c’è sicurezza senza l’impegno di tutti e senza politiche sociali adeguate”.

Gli assistenti sociali veneti sono attivi su tanti fronti. Per la sicurezza, come garanti della giustizia nei confronti delle vittime, offrendo supporto con percorsi individuali che garantiscano il giusto spazio in cui essere tutelate e accolte, come pure nei processi di responsabilizzazione e rieducazione degli autori di reato, in un’ottica di giustizia di comunità. E, naturalmente, nelle politiche di lotta all’emarginazione, che funzionano meglio quanto più si integrano con il lavoro di realtà e risorse della società civile.

“Crediamo sia importante – sottolinea Zambello – rivolgere il nostro sguardo e le nostre parole di vicinanza a una comunità colpita da un grave episodio di conflitto e violenza.

Il rischio è quello di indirizzare rabbia e dolore verso risposte che portino all’ acuirsi di politiche unicamente rivolte all’ordine pubblico, perdendo di vista l’importanza di continuare a investire in programmi, servizi e progetti sociali che garantiscano un controllo sociale integrato con le forze dell’ordine e sappiano contestualmente guidare e orientare le comunità verso politiche di coesione”.

Gli indirizzi programmatici del Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali, gli investimenti del PNRR, le linee di indirizzo europee (Agenda 2030, Carta di Lipsia) e i relativi fondi correlati (Pon Metro Plus) indicano con chiarezza la direzione da prendere.

In concreto, dicono i professionisti veneti, bisogna guardare alla situazione di Mestre senza tacere né i gravi problemi né i passi in avanti che sono stati fatti: “Nell’ultimo anno – prosegue Zambello – a Mestre, in una provincia che registra il record veneto di denunce di reati e il record nazionale dei morti per overdose, dove il Serd dell’Ulss registra dati preoccupanti sulle tossicodipendenze (2500 pazienti su 4500 soggetti totali vittime di dipendenze di tipo diverso), il Comune è tornato a stanziare risorse significative nei servizi di strada, e da giugno 2023 è stata ampliata l’unità di strada, il centro diurno e aperto un dormitorio dedicato alle persone con dipendenze. Sono scelte importanti, ma non devono restare isolate. Bisogna dunque continuare su questa strada e moltiplicare gli sforzi e le risorse così come le alleanze con la società civile. Perché, anche a Mestre, l’impegno per la sicurezza di deve coniugare coesione civile e investimenti nelle politiche sociali”.

Ufficio Stampa Ordine Assistenti Sociali del Veneto

 

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